lunedì 7 gennaio 2008

Opinioni free

Vivendo a Milano e usufruendo dei trasporti pubblici, inevitabilmente anch'io sono vittima del fenomeno free press. Ovvero i vari City, Metro, Leggo, quei (sedicenti) quotidiani che vengono distribuiti gratuitamente in giro per la città (e non solo a Milano, ovviamente).
Il mio rapporto con essi è stato graduale: scoperta, curiosità, approccio, noia, disgusto, abbandono.
Sostengo e sempre sosterrò, finché un'iniziativa valida non mi farà cambiare idea (non includo nella disamina il "Corriere della Sera - Anteprima", poiché a mio parere è troppo sui generis per essere considerato free-press "puro"), che i quotidiani free-press siano un potentissimo vettore di disinformazione. Trovo deprimente che la gente rinunci a comprare un quotidiano e si senta appagata con l'informazione fornita dai free-press. Ma del resto è in linea con quanto sta succedendo globalmente all'informazione in Italia: abituare la gente a navigare in superficie, convincendola che non c'è bisogno di entrare nel merito delle questioni. Tranquillizzare o allarmare, a seconda delle convenienze.
I free-press nostrani ti offrono l'illusione di essere informato, punto.

Ad ogni modo, ho trovato un articolo a tema su un noto sito di comunicazione. Ne riporto alcuni passaggi qui di seguito:

Questi quotidiani infatti, di certo meno obsoleti e più maneggevoli degli anziani quotidiani a pagamento, caratterizzati da notizie brevi ma accurate che prediligono la società alla politica rappresentano forse l’unico spiraglio di luce per il destino dei quotidiani nazionali


Ben venga l' "obsoleto" quotidiano. Tremo al solo pensiero che l'informazione sia soggetta alle stesse regole di altri beni di consumo: mi informo solo se è facile, economico, poco impegnativo. Se pesa poco e costa ancora meno. (Sull'accuratezza delle notizie dei giornali free-press è meglio sorvolare...)

Il secondo motivo è legato alla essenzialità delle notizie, formulate per essere consumate subito, in concomitanza con le esigenze di una società che viaggia a ritmi sempre più frettolosi, si può leggere infatti in metro, nel bus o per strada camminando.


Strano ma vero, io riesco a leggere persino l'obsoleto quotidiano, quando sono sul bus. E addirittura un libro. Non sarà questione di volontà più che di possibilità?

i giornali free press infatti individuano come obiettivo un target giovane e peprediligono argomenti di ogni genere , passando dalla cronaca all’attualità, dalla moda agli spettacoli e questa è di certo una caratteristica da non sottovalutare.


Invito chiunque a leggere una copia di un quotidiano free-press e, di seguito, una di Repubblica, o del Corriere, o di quello che preferite. E a sostenere la tesi che i quotidiani nazionali manchino di varietà. Certo, se con "varietà" si intende Birtney Spears che assume droghe per cavalli o Lindsay Lohan che amoreggia in quel di Capri, sinceramente non mi dispiace che i quotidiani nazionali pecchino di varietà (anche se spesso, purtoppo, non disdegnano di occuparsene).

La free press rappresenta quindi non solo una valida alternativa ai giornali a pagamento, ma sono concretamente ciò che la maggior parte dei lettori vorrebbero.


Felice di non far parte della maggioranza :-)

(photo: thnx to hokiecsgrad)

1 commento:

Unknown ha detto...

Conosco anche io (in parte e sicuramente in misura minore rispetto a te) questi quotidiani.
Alla fine, non sono troppo diversi da alcune zone della Rete, quelle che per intenderci servono da "alibi" ai giornalisti della casta per screditare i mezzi di informazione liberi, anche quelli realmente liberi e utili alla crescita dell'individuo, che apportano cioè conoscenza.