mercoledì 3 ottobre 2007

Ma siamo proprio gli unici str... ani?

A volte basta cambiare prospettiva per vedere le cose in modo decisamente differente. Non è necessario uno shift di 270°; basta poco.

Per esempio basta andare oltre confine per rendersi conto di che popolo particolare (eufemismo) siamo.

Un mese fa circa, una domenica, ero a Lugano, Svizzera. Poco meno di 50 km da casa mia, mica l'altra parte del mondo. Eppure.
Eppure sembrava di essere capitati per magia in un romanzo di Dick (Blade Runner, tanto per capirci. Anzi no, ho un esempio migliore: Tommy Knockers di Stephen King, non allo stesso livello di Dick, d'accorso, ma mi ricordo un passaggio in cui c'era un distributore di Coca Cola assassino, geniale!).
Non dico che ho visto macchine volanti (e nemmeno navi da combattimento in fiamme)... ma macchine elettriche si.

E non erano su una brochure, e nemmeno immortalate in un cartellone pubblicitario: erano in strada. Circolanti. Anzi, a dire il vero erano pluggate alla colonnina di ricarica.
Già perché le colonnine a Lugano esistono, ce ne sono in gran numero, distribuite capillarmente, e chi ricarica la macchina o lo scooter ha il diritto di parcheggiare gratis per un massimo di 4h.
Fantascienza.



Comunque inutile deprimersi, si sa che la Svizzera è un mondo a parte, in tutti i sensi. Sarà un caso isolato, ho pensato, l'eccezione che conferma la regola.

E invece no.

Settimana scorsa ero a Parigi. E devo ammetterlo: le colonnine esistono anche qui, e anche ben segnalate; molti parcheggi a pagamento privati, anche in centro, avvisano della presenza di colonnine all'interno della loro struttura. Insomma, pare che chi si muove con una macchina elettrica possa sapere dove sbattere la testa (o la macchina, che dir si voglia).

Ma c'è di più: Parigi è invasa da delle strane biciclette, che nelle forme ricordano un po' un frullatore anni '60 (!), e proprio come i frullatori per usarle bisogna attaccarle alla presa elettrica (!!).
Ma non in casa, sarebbe troppo banale, bensì in strada, a delle apposite rastrelliere collegate a una colonnina centrale, tramite la quale si può pagare con una tessera magnetica e noleggiare così una bici elettrica (1 euro per 1 ora, mi pare).
I parigini ne vanno pazzi, a giudicare dal numero di bici che si vedono in giro. E le rastrelliere "elettriche" sono anche molto coreografiche, soprattutto la sera, quando punteggiano di verde e rosso la stupenda città francese.



Cosa ho pensato dopo tutto ciò? Beh, oltre a chiedermi se siamo gli unici str... ani, mi sono chiesta se un esperimento del genere potrebbe mai durare in Italia.
Probabilmente le bici sarebbero a) rubate, oppure b) rotte, oppure c) prese e lanciate giù dalla curva sud di S.Siro, o anche d) coperte di graffiti.
E per quanto riguarda le colonnine di ricarica, immagino che i parcheggi dedicati a chi deve pluggare il proprio mezzo sarebbero subito preda dell'automobilista furbetto, che non potendo occupare abusivamente i posti auto per disabili (perché già occupati, mica per qualche remora di coscienza!) vi si fionderebbe a missile.

Ma forse sono pessimista.