martedì 7 agosto 2007

The sound of silence

Milano d'estate mi stimola riflessioni.

In questi giorni è vuota, assolutamente vuota. Respira, si riposa, vive con calma. Si cura le ferite, si fa bella e migliore, si prepara per la nuova stagione, che ancora una volta inesorabilmente la logorerà, abbruttirà, distruggerà.

Lo Stato e i petrolieri sono di nuovo in "guerra". Guerra va tra virgolette perché lo Stato che dà del ladro ai benzinai è un po' come il bue che dice cornuto all'asino... (vi dice nulla la parola "accise"?).

Invece che accendere l'ennesima sterile diatriba, lo Stato potrebbe pensare, che so io, a rendere disponibili le energie alternative. Alternative sarebbe la parola corretta: peccato che io, al giorno d'oggi, non ho alternativa.



Se voglio spostarmi devo usare il petrolio. Ed emettere grandi quantità di CO2. E contribuire all'inquinamento, e alle malattie, e alle guerre, e allo sfruttamento del terzo mondo, e al traffico internazionale di droga, e all'armamento dei guerriglieri di ogni parte del mondo... eccetera eccetera.
Bel fardello. E tutto per un giretto in macchina...



Se mi alzo dal letto e decido che stamattina non voglio né finanziare la guerra in Libano (non importa se la prima o la seconda, le supportiamo tutte e due con ogni goccia di benzina, grazie alle accise) né tantomeno aumentare le possibilità che mio figlio nasca affetto da malattie respiratorie, che possibilità ho? Poche, quasi nessuna direi.

Vediamo. Benzina e diesel inquinano tanto, gpl e metano inquinano un po' di meno, i mezzi elettrici non inquinano direttamente ma indirettamente sì. Posso decidere di andare a piedi o in bicicletta, ma è una scelta che non sempre è possibile effettuare. E quindi torniamo al fatto che non ho alternative, e questo mi fa alquanto incazzare.



La rabbia è dovuta e giustificata, perché la Natura (o Dio, o Sai Baba, o chi volete voi...) ci ha fornito tutti i mezzi per essere autosufficienti e rispettosi del pianeta che ci offre ospitalità. Ci ha nobilitati, e noi continuiamo imperterriti a fare la figura dei cretini.
Perché cretini
lo siamo quando piangiamo un morto, avvelenato dall'aria che abbiamo contribuito a inquinare; quando ci rattristiamo per la guerra in Iraq, che abbiamo contribuito a finanziare; quando ci lamentiamo che la benzina costa troppo, eppure non rinunciamo a riempire tutti i serbatoi di cui disponiamo. E le tasche di chi ci prende in giro.

Tanto più cretini perché i mezzi ce li abbiamo. Il sole può essere sfruttato senza timore di abbreviare la sua vita, peraltro abbastanza lunghetta se paragonata alla media nazionale, roba da non preoccuparsi oggi, insomma, roba da dormire sonni tranquilli per miliardi di anni a venire.
Stesso discorso vale per il vento, che spira anche quando proprio non vorremmo. E noi lo ascoltiamo spirare, ci scriviamo delle bellissime poesie al riguardo, ci creiamo intorno business megagalattici che fanno bene solo a chi sta in cima alla catena (leggiasi Coppa America), eppure l'energia eolica stenta a entrare nell'uso, e nell'immaginario, comune.



Il sole e il vento sono fonti rinnovabili, ovvero se le uso oggi domani ci sono ancora. Anzi, se ne abuso oggi, domani ci sono ancora. E soprattutto sono gratuite. Il che vorrebbe dire niente più 71 $ al barile, niente più sconti al self-service domenica in autostrada, niente più raccolte a punti per automobilisti inconsapevoli e pure un po' fessi.
Ancora meglio, l'energia solare e quella eolica sono totalmente e assolutamente pulite. Non contribuiscono né al surriscaldamento globale né a intossicare i nostri organismi.

Nella vita si può scegliere di viaggiare col jet privato, spendendo migliaia di euro, o si può scegliere di comprare un volo low-cost a 29,90 euro; si può scegliere di lavarsi in un bagno d'oro o nella tinozza in giardino, di mangiare bistecca di balena importata illegalmente dal Giappone oppure le verdure coltivate nell'orto dietro casa.

Si può sempre scegliere, si deve essere messi nella condizioni di scegliere, altrimenti vuol dire che qualcosa di grosso non va.
Il sole è sopra la mia testa, eppure me ne posso valere in maniera molto limitata, per lo meno rispetto a quelle che sarebbero le sue potenzialità. Idem per il vento.
Non posso scegliere.


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