lunedì 27 agosto 2007

La soluzione al problema

Ipotesi: il surriscaldamento globale galoppa, il petrolio sta finendo, l'inquinamento ci sta uccidendo.

Tesi: cambiare fonti di energia, sostituire il petrolio, cercare di limitare la crescita della temperatura del mondo.
(Si legga: salvare il mondo e noi stessi).

Svolgimento: ecco, qua cominciano i dolori.
Vediamo cosa stanno facendo i "Big" del Mondo per far fronte alla tragica situazione.

1) Protocollo di Kyoto: buono, buonissimo. Anzi, buonino, perché l'inquinamento mondiale ha raggiunto un livello talmente tragico che ormai il protocollo è quasi obsoleto. Peccato che i due paesi che consumano di più al mondo (guardate qui!), gli Stati Uniti (responsabili da soli di circa un terzo delle emissioni mondiali) e la Cina, non vogliono aderire al protocollo.
George W. Bush "la volpe" ha ritirato l'adesione americana, opera di Clinton, poiché rispettare i parametri stabiliti avrebbe danneggiato troppo il sistema economico e industriale statunitense.
(Però in seguito si è occupato dell'ambiente. Sì sì. Ha raso al suolo un po' di foreste).
Magra consolazione, a Vienna stanno parlando or ora di come prepararsi al dopo-Kyoto. E ci ricordano che "Investire nella difesa del clima costa molto meno che non farlo" (qui, da Repubblica).



2) Petrolio: qua c'è da mettersi le mani nei capelli.
Mi limito a due cose: l'investimento nelle fonti rinnovabili è ancora troppo esiguo, laproduzione distribuita di energia con fonti rinnovabili più che un miraggio ormai può considerarsi quasi un'utopia; i prezzi delle automobili scendono sempre di più, gli ecoincentivi sono sempre più consistenti e il risultato è che tutti continuiamo imperterriti a comprare automobili alimentate a benzina/diesel, a consumare petrolio e inquinare l'ambiente.
Novità dell'ultimo minuto: i biocarburanti. Che fantastica trovata! Peccato che si tratti di un altro modo di tirarsi la zappa sui piedi, come spiegano bene oggi su Repubblica.

(foto: thnx to maxedaperture)

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